Espressione e Formula

pietà rondanini 2pietà vaticana 2La Pietà Rondanini consiste nel capolavoro conclusivo l’ opera di Michelangelo, si confronta direttamente alla Pietà Vaticana considerato il primo capolavoro del maestro, in un collegamento ideale che attraversa tutta l’ opera di Michelangelo.

Entrambe le opere portano in sé l’ elemento simbolico retrocesso alla radice della forma stessa in quello che potremmo definire primo elemento utile alla ragione, ma in questo caso primo elemento utile alla razionalizzazione della forma.

Se il primo elemento utile alla ragione consiste nella formulazione di una semantica determinante il concetto intelligibile alla lettura, nel secondo caso la forma simbolica alla rappresentazione come risultante di un’ evoluzione del pensiero, trova la sua origine primaria nella razionalizzazione espressa in termini quantitativi definiti, il numero teso a rappresentare tramite il potere materiale ed il potere dell’ oggetto.

Ci troviamo in entrambi i casi di fronte alla configurazione della trinità, nella Pietà giovanile riferita dalla forma piramidale, nel secondo caso la “scissione” concettuale ulteriore risulta avvenuta in termini formali, quindi materiali, propri del marmo stesso, le gambe, il braccio destro staccato dal corpo e la parte superiore, dove l’ unitarietà dell’ opera in termini formali subisce una conseguenza di scissione materiale; padre-figlio-spirito santo costituiscono tre fatti materiali a sé in un rapporto che li lega all’ oggetto in termini di oggetto-oggetto-oggetto a parità di valore, quindi parità numerica trasmutati in seconda istanza in spirito-spirito-spirito a parità di valore, quindi spirito unico, assoluto, universale.

Nella Pietà Rondanini l’ unione avviene sulla struttura matematica definita dalla formula dell’ arco geometrico, il quale materialmente raccorda i tre elementi ormai scissi definitivamente dall’ identità dell’ uno nell’ oggetto. Diciamo l’ elemento di riunione essere la trinità. Michelangelo non meno introduce l’ elemento espressivo incarnato nella sintesi indefinita della bozza che se tutto costruisce, tutto cancella, in particolar modo la specularità perfetta di Maria e Cristo identificabile nei volti riflessi l’ uno nell’ altro e perfettamente nell’ invece Pietà Vaticana, scavalcato l’ elemento temporale nella Vergine, la quale viene così a coincidere con l’ identità stessa del Cristo, l’ uomo assoluto, dove il raccordo invece è isolato nell’ abbandono del corpo del Cristo morto sorretto dal braccio destro della Vergine.

Così Michelangelo esordisce con un’ opera che porta in sè la riflessione, opera una riflessione e porta riflessione conseguente.

H. Moore sottolinea nel suo commento alla Pietà Rondanini un fatto importante, l’ approccio dell’ artista alla materia, l’ artista operando materialmente, nel metodo del lavorìo che porta al farsi della scultura, assume la proprietà elaborata letteralmente da Kant secoli dopo, nella prima forma di razionalizzazione degli elementi in termini propriamente formali, quasi intuitivi la materia, di prima istanza alla comprensione, in minimi termini visivi in grado di fungere da prototipo all’ elaborazione razionale, concettuale alla fine del processo intellettuale.

La Pietà Vaticana rappresenta un’ iperbole superlativa della forma, ma l’ aspetto della rappresentazione consiste anche nel vero e proprio ostacolo all’ espressione della materia. Eliminata idealmente la rappresentazione rimane la materia, la quale viene a coincidere con il concetto nella sua manifestazione pura.

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